Mavco Pizellonio ha scritto:Tutti hanno un luogo felice. Un luogo che desiderano quando stanno male, o quando sono lontani, o quando sono tristi, e nel quale si sentono a casa.
Questo luogo per me è la Feltrinelli sotto le due torri di Bologna. Comico a dirsi.
Il pensiero di lavorare alla Feltrinelli, guadagnare poco, avere sconti sui libri, lavorare sempre nello stesso posto, leggere i libri solo per piacere, non avere la responsabilità di dover sapere tutto... in fondo, e anche questo forse è ridicolo a dirsi, una parte di me è fatta per servire.
Questo pensiero mi ha liberato, almeno per ora. Forse non sarà la Feltrinelli, forse sarà un'altra cosa. Ma il petto non potrà gonfiarsi all'infinito. L'ansia tornerà e mi farà esplodere, o il sistema Pizellonio troverà il suo equilibrio.
Ho lavorato, dopo l'università , un anno in un megastore e due in negozi di dischi a conduzione familiare. Guadagnavo lo stretto necessario, e andava bene così. Era tempo che sognavo di farlo (la Feltrinelli era un'opzione altrettanto agognata). Poi il caso (la cessione, in affitto, del fondo da parte del proprietario) mi ha costretto a mollare.
Ma non rinnego nulla. Neanche le centinaia di euro spese mensilmente per impinguare il mio guardaroba musicale (sono relativamente recenti certe mie pretese alimentari).
